20 DAYS AGO • 17 MIN READ

NAS - DIFFICILI DEFINIZIONI DI SÉ

profile

AELLE.EMAIL

Ricevi ogni settimana le email di Aelle con le nuove interviste e articoli, gli articoli vintage, il writing di Aelle.Gallery. Ti arriverà una email di conferma da sid@aelle.email, se non la trovi, cerca nella spam. Confermando l'email potrai scaricare i primi sei numeri di Aelle in fotocopia!

DAL 1991 AELLE È IL PRIMO MEDIA ITALIANO DEDICATO ALLA CULTURA HIP HOP

​​AELLE.EMAIL​​​ #14 – 08/09/24

NAS
DIFFICILI DEFINIZIONI DI SÉ

AL 42 Dicembre 1999 / Gennaio 2000

Di Paola ZRR Zukar
Foto di Boudicon

Nasir Ben Olu Dara Jones all'apparenza è un comune ventiseienne afroamericano; sedicente balordo con una faccia piacevole, figlio di un musicista jazz/blues del Mississippi e di un'impiegata alle poste di New York City, è nato e cresciuto nei famigerati Queensbridge Projects, noto quartiere popolare di casermoni che ha visto fiorire un'ottima parte di musicisti dedicati all'arte del racconto in un microfono; abbandona la scuola dopo le medie per dedicarsi a tempo pieno alle tentazioni della vita per strada, assieme a suo fratello Jungle e al suo amico fraterno Ill Will. Comincia ad appassionarsi più attivamente alla musica dopo l'omicidio di Will, il ferimento di suo fratello e dopo aver ricevuto una richiesta di partecipazione su un singolo intitolato "Live At The BBQ", realizzato nel 1991 da un gruppo chiamato Main Source, oramai svanito tra le pieghe del tempo e dal fallimento dell'etichetta indipendente Wild Pitch. In seguito, come solista produrrà quattro album, di cui il primo, "Illmatic", è considerato all'unanimità un classico. Nel 1994 riceve dalla rivista The Source una votazione di 'cinque microfoni' per quel lavoro, il massimo riconoscimento in fatto di critica musicale dell'epoca, e da quel momento la sua vita non sarà mai più la stessa. Oggi è padre di una bimba di cinque anni chiamata Destiny e porta il suo nome tatuato sull'avambraccio destro. Nel 1999 produce ben due album, "I Am..." e "Nastradamus": è uno degli mc di maggior successo della scena americana, richiesto ovunque da altri suoi colleghi, Nas, questo il suo nome d'arte, sembra aver raggiunto tutto il meglio che la vita possa offrire... In realtà è ancora dibattuto tra i principi base di male e bene, di amore e odio, di solitudine sulla cima o di appartenenza al gruppo.

Le stanze della Sony Music di New York City, 550 Madison Avenue, sembrano esattamente lo studio cupo di un terapeuta chiamato ad interpretare le fantasie di un inarrestabile narratore che ama soltanto mettere la penna sulla carta e lasciar correre i suoi pensieri negli angoli più nascosti della sua mente. Il disco d'oro e i cinque microfoni di "Illmatic" continuano a confrontarsi con il platino degli album a seguire e qualsiasi cosa Nas faccia uscire è sempre un termine di paragone con l'lp che uscì nel '94; il giudizio costante e severo di chi ha elevato le favolose doti liriche di Nas nominandolo 'miglior mc della nuova scuola' ed 'erede di Rakim', può avere un peso inimmaginabile per un ragazzo che si è ritrovato a portare addosso una corona che non aspettava, ma che comunque ora non vuole più mollare. Nas non disdegna di mettersi costantemente alla prova, al punto da far uscire due album nello stesso anno, accettando tutto ciò che ne deriva: promozione, luce dei riflettori della televisione, dei flash, domande su domande, spesso troppo uguali, ore di dialoghi con persone che non ha mai visto prima e di cui gli importa poco.

Nas non è un 'paziente' consenziente: non ama parlare perché gli piace scrivere, non gli piace che gli vengano poste delle domande perché spesso non ha le risposte, ma si accomoda lo stesso sul divano e prova a concedere quello che i suoi testi non dicono ed io provo ad arrivare là dove nascono le sue rime. "Il motivo per cui mi do da fare in questo modo? Perché ho questa produzione enorme? Perché ci sono un sacco di cose che vanno dette, perché abbiamo da dire veramente troppe cose. Ed il motivo principale è che si tratta di un processo che ha a che fare con tutte le ore di musica che ho ascoltato in passato; voglio tirar fuori tutto quello che ho assimilato negli anni e lasciarlo andare nella mia musica di adesso." Nas era un ragazzino particolare sin da piccolo: mentre tutti i suoi amici si limitavano a guardare la tv o a leggere passivamente i fumetti, lui si metteva la sera a scrivere e a disegnare storie fantastiche che vedeva ricrearsi davanti a sé. Aveva perfino un suo super-eroe personale, il Dio del Mare... "Le storie che scrivevo si rifacevano completamente alla mia immaginazione, erano cose che tiravo fuori dalla mia mente e che vedevo intorno a me in quel periodo. La fantascienza. Sì, era soprattutto la fantascienza ad attrarmi maggiormente: ho visto tutti i film di Guerre Stellari e leggevo pesantemente tutti i fumetti della Marvel e della DC." Qual era il tuo personaggio preferito? "Gli XMen e Batman, direi." Se avete un minimo di familiarità con i supereroi della Marvel, gli riconoscerete senz'altro un notevole ed innegabile ruolo psicologico che si sviluppava tra i dialoghi e la narrazione a puntate di alcuni suoi personaggi. Era l'immaginazione del lettore a completare quei primi disegni tutt'altro che perfetti che negli anni '70 avevano fatto la fortuna di disegnatori e narratori come Stan Lee: spesso, se non quasi sempre, il super-eroe, pur essendo tale, combatteva le sue più difficili battaglie con se stesso e non contro le forze del male. Ora, essendo Silver Surfer il capostipite dell'eroe sofferto, chiedo a Nas se lo riconosce come uno dei suoi favoriti... (Silver Surfer, o Norrin Radd, come era conosciuto prima che l'onnipotente Galactus lo trasformasse nel suo araldo personale con lo scopo di mandarlo alla ricerca di pianeti morenti da consumare). "Faceva parte degli XMen? Non mi ricordo bene... Però so di certo che non era forte quanto Wolverine..." Cercando di non perdere il filo dell'interpretazione, gli spiego che il Surfer aveva il potere dei raggi cosmici e che Wolverine, con i suoi artigli di adamantio, sarebbe imploso in una miriade di particelle se solo avesse osato sfidare l'Araldo dei Cieli.

Ad ogni modo, il motivo principale per cui Silver Surfer e Nas avrebbero dovuto incontrarsi è che entrambi si sono dovuti allontanare presto e definitivamente da casa, rispettivamente Zenn-La e Queensbridge, diciamo per 'motivi di lavoro', ma Nas non è ricettivo e risponde deciso che proprio non se lo ricorda. Eppure la malinconia che li accomuna mi sembra davvero la stessa. Così come una traccia sul nuovo album, "Project Windows", mi riporta ad una strofa di un pezzo prodotto da Premier per Nas nel '94 intitolata "Memory Lane (Sittin' In Da Park)" che suonava così: "My intellect prevails from a hangin cross with nails I reinforce the frail, with lyrics that's real/ Word to Christ, a disciple of streets, trifle on beats, I decifer prophecies through a mic and say peace. 'Il mio intelletto nasce da una croce appesa con i chiodi/ Io rinforzo ciò che è fragile, con liriche reali/ Do la mia parola a Cristo/ Un discepolo della strada, gioco sui beats, decifro profezie attraverso il microfono e dico 'pace'.' È con tracce come "Memory Lane" che l'intero album "Illmatic" si è guadagnato il titolo di classico; in quel periodo, l'interesse del rap era tutto spostato verso la possente musica funk dei gruppi west coast, i quali trasmettevano un'enorme energia attraverso i loro ricchi campionamenti ma lasciavano ad un vocabolario davvero scarno purché aggressivo, un ruolo marginale. Nas ebbe il merito di dimostrare con il suo talento per la scrittura, che le capacità liriche di un mc hanno un valore ed un'importanza imprescindibile per l'Hip Hop. Ma subito dopo il successo di "Illmatic" cominciarono a circolare immagini di opulenza con Nas al centro e il suo secondo attesissimo lavoro, "It Was Written", lasciò perplessi coloro che avevano osannato il primo. Alla fine comunque fu proprio "It Was Written" a consacrare con il platino la carriera di Nas. Prodotto abilmente dai Trackmasters, escluse una manciata di tracce, l'album conteneva sempre gemme di livello superiore come "The Message" o "Affirmative Action", ma mostrava anche un aspetto che su "Illmatic" era rimasto latente e solo abbozzato, quello che sarebbe diventato la meta per decine di nuovi artisti: gli street dreams. Campionando una delle migliori canzoni pop del secolo ("Sweet Dreams" degli Eurythmics), i Trackmasters avevano mostrato a Nas la strada musicale da intraprendere per rincorrere i suoi sogni di fama e di palpabile successo e chi quella via non l'ha voluta/saputa imboccare ha iniziato a rallentare e a odiare. Su "Nas Is Coming", Dr. Dre invita Nas a non badare ai playa haters e a fare ciò che si deve fare: "yo, let's get this money, let's get paid and sit back and watch all these motherfuckin' clowns out here riffin' and beefin' about this bullshit. While they doin' all that, we just gon' kick back with these honies, this Cristal, and party to the year 2G". ("Prendiamo 'sti soldi, facciamoci pagare, sediamoci comodi e guardiamo 'sti pagliacci del cazzo che stanno a parlare e a discutere su delle stronzate. Mentre loro fanno così, noi ci rilassiamo con queste pupe, questo champagne e facciamo festa fino all'anno 2000").

Ma Nas non è né convinto né convincente quanto Dre. Ed il suo pensiero tornerà sempre agli esordi, ai tempi in cui lui era la speranza dell'Hip Hop conscio e di spessore, in cui le sue rime erano baciate dalla perfezione. "Nastradamus" si propone di essere l'album del confronto e dell'eventuale conciliazione di due poli che convivono attivamente dentro Nas. E "Project Windows" è uno degli esempi più vivi di questo fermento. Le finestre dei palazzoni sono, agli occhi di un bambino, un impressionante schermo televisivo dentro il quale si svolge la vita del quartiere, e per quanto uno ne sappia, a sette anni, quello è tutto ciò che il mondo può offrire. "Ricordo che mi sentivo intrappolato dentro la mia stanza e quando me ne sono andato ho realizzato che avrei sempre voluto andarmene via... Vedevo sempre le stesse cose... Tutti i giorni. Ed il mio sogno diventato realtà era quello che alla fine sarei uscito da lì per progredire, per fare qualcosa di diverso da quello che avevo visto fino ad allora, per viaggiare e vedere il mondo. È la musica che mi ha spinto a farcela. La musica ha sempre avuto un'importanza enorme dentro di me, non è mai stata una cosa piccola. Sentivo che sarebbe diventata una roba gigante, era già straripante all'epoca, quando eravamo ragazzini. L'influenza che aveva su di noi era ovvia. Vedevo la gente sui canali televisivi nazionali utilizzare lo stesso slang che usavamo noi nel quartiere, vestirsi come i Run DMC. Era già potente allora, ma solo oggi la massa sta mostrando un po' d'amore per la nostra musica." Comunque, quasi tutti quelli che si cimentano seriamente con l'Hip Hop, continuano a cercare per sempre l'amore e l'approvazione da parte della strada: proprio perché la strada ha giocato un ruolo fondamentale nella loro musica e nella loro personalità... "La strada ci ha cresciuti. Molte volte la gente non ha un padre a casa e così la strada diventa un padre. È come un test di sopravvivenza. È qui che puoi diventare un uomo e che puoi conquistarti la tua medaglia d'onore. Ci puoi trovare l'educazione, come a scuola, ecco perché io la rispetto. Non è più semplice o più facile seguire il richiamo della strada, è solo più figo. Perché hai a che fare con i tuoi coetanei e nessuno ti dice veramente quello che devi o non devi fare. In pratica, impari più o meno da solo ed in questo modo hai la possibilità di diventare adulto in un mondo adulto, senza la guida dei tuoi genitori. Le strade saranno i tuoi genitori invece di dover ascoltare tua mamma o seguire per forza la cosa giusta da farsi. Le strade ti offrono la possibilità di essere adulto in tenera età." È strano il richiamo della strada: ti attrae e ti mette a dura prova allo stesso tempo, nell'età in cui sei più vulnerabile. "Probabilmente sarebbe più sicuro rimanere a casa, ma, chissà come mai, alla fine tutti usciranno là fuori e faranno cose pericolose. Siamo esseri umani. È semplicemente questo il motivo. Non possiamo rimanere a casa per sempre."

Ormai la casa di Nas non è più per la strada e non è nemmeno più nel Queensbridge: come quasi tutti gli artisti di quella zona, i projects rimangono ricordi su fotografie sbiadite, come quelle che potete vedere su ogni singolo album che Nas ha prodotto. Quattro copertine: un ragazzino, un giovane adulto, un faraone ed un profeta... Ma alle spalle sempre gli stessi, incombenti, squadrati, palazzi marroni di QB. Il fatto che lui produca questa quantità incessante di testi mi aiuta molto a capire i diversi lati della sua personalità, ma allo stesso tempo mi lascia incerta sul tipo di via che ha davvero deciso di seguire. "Il fatto di produrre costantemente questo copioso materiale scritto è assolutamente naturale per me, tanto che non ci faccio nemmeno più caso. Non ci faccio talmente caso che spesso sono sorpreso. Ascolto tantissima musica diversa e suoni differenti ti mettono in stati d'animo differenti ed è questa la cosa che fa in modo che io continui a creare musica, sempre diversa, sempre in costante evoluzione. Come alcuni dei musicisti che io ammiro maggiormente, sento diversi tipi di musica dentro di me. La mia fonte principale di ispirazione è semplicemente la musica stessa. Musica rap. Vecchia musica di altra gente. R&B. Nuove direzioni che la musica di oggi sta prendendo. Di tutto. Barry White, Al Green, Curtis Mayfield, Sade, Michael Jackson, Stylistics, Bob Dylan, Total..." La mia amica/collega Silvia Volpato, dice che, dopo "Illmatic", Nas ha perso una sua specifica identità musicale. È innegabile. Ma alla luce dei fatti, credo si possa dire che Nas è nato da una miriade di influenze musicali differenti e che nel primo album avesse usato ciò che aveva fisicamente a portata di mano e, con il successo, ha provato a raggiungere traguardi oltre le possibilità di un esordiente. Per questo suo desiderio, Nas da una parte paga le spese di chi sperimenta nuovi suoni di successo piuttosto che usare marchi di fabbrica viventi e sicuri come Pete Rock o Premier. Dall'altra, chiede solo dei tappeti musicali che gli permettano di centrare il platino e di stimolare litri d'inchiostro a segnare la carta. Il gioco d'equilibrio più difficile e rischioso. Nas è uno scrittore complesso, fulmineo ed incisivo, un liricista che ama stupire utilizzando metafore che creano immagini, incastri di parole che trascinino la scena raccontata, davanti agli occhi dell'ascoltatore. Spezzoni di pellicola, sceneggiature di cortometraggi girati nella sua testa per un nuovo sistema standard visivo: GhettoVision In 3D. Qualcosa che dovrebbe brevettare. Una capacità che lo porta ad appassionarsi del passato per raccontare il presente e ricordare il futuro.

Nel tempo libero studia le grandi civiltà che hanno segnato la storia e gioca a fare paragoni con ciò che è rimasto tuttora valido. "Il futuro è ciò che noi vogliamo che sia, lo sai? Noi pianifichiamo il modo in cui saranno le cose fra vent'anni e poi ci lavoriamo sopra. Ciò che succede, poi, è che le cose che abbiamo pianificato accadono veramente. Di qualsiasi cosa si tratti, dai viaggi su Marte a quello che vuoi. Sento che il futuro è costruito da noi." Senza dubbio sono d'accordo ma è strano detto da uno che ha chiamato la propria figlia Destiny... Che ruolo ha allora il destino? È rappresentato da Dio? Chi si può opporre al nostro volere quando le cose che abbiamo pianificato non accadono? Forse non accadono perché noi abbiamo inconsciamente deciso di non farle accadere? "Credo fermamente che se tra vent'anni noi vogliamo essere su Marte, ci saremo di sicuro. E se qualcosa è destinato ad accadere, tipo un'enorme esplosione o la nascita di un bambino, comunque entrambe le cose si realizzeranno. Destino e volontà. La tecnologia ha rimpiazzato la religione e questo è stato profetizzato, come nell'Apocalisse, il segno della Bestia... Esiste una profezia che dice che ci sarà una feroce lotta tra Dio e ciò che l'uomo creerà sulla Terra. C'è un passaggio nella Bibbia che afferma che Dio lancerà fulmini e palle di fuoco contro alcune genti in alcune città perché questi hanno costruito palazzi altissimi che sfidano i cieli, nonostante Dio gli abbia proibito di farlo. Adesso guarda tutti questi grattacieli là fuori... Abbiamo creato cose che vanno contro le leggi della natura e la battaglia tra quest'ultima e l'uomo ci sarà sempre. Gli aeroplani hanno volato abbastanza tranquilli negli ultimi anni, ma non esiste nulla di più potente della forza della natura. Ci sarà sempre qualche tipo di calamità che le previsioni meteorologiche non potranno predire e che abbatteranno i nostri mezzi. Gli uomini sono gli esseri più intelligenti della Terra e noi facciamo solo ciò che è nelle nostre capacità; abbiamo avuto questo dono ed è il destino che ha voluto che noi fossimo in grado di creare queste cose, per una ragione ben precisa... Quale sia questa ragione, io non lo so..." Cosa ti affascina maggiormente nella storia delle civiltà e perché sei passato dalla maschera d'oro di Tutankamon su "I Am..." ad un semplice saio sulla copertina di "Nastradamus"? "Gli egizi furono una delle più grandi civiltà del mondo: sono un convinto credente delle cose in cui anche loro credevano. Erano profondamente avvolti dalla loro filosofia; i loro calendari, le loro leggi, la loro religione e tutte le loro teorie hanno in qualche modo senso per me. Quello egizio fu uno dei più grandi imperi a regnare sulla Terra, ed inoltre sono originari dell'Africa. L'immagine che vedi su "It Was Written", e sugli altri lp, simboleggia una delle fasi della mia evoluzione e della direzione in cui andavano i miei album. Il saio mi mostra come Nostradamus, colui che fu capace di vedere il futuro negli anni e nei secoli a venire. È come se Nastradamus avesse previsto tutte e tre le copertine degli album e questo è chi io sono veramente. Questo è stato il mio viaggio per mostrare alla gente che apprezza la mia musica dove mi stavo dirigendo e dove mi trovo ora. Quindi, all'inizio, anche quando ascoltavi il mio primo album, io ero già Nastradamus; dietro alle scene mostravo al mondo la mia evoluzione. Ed ora che ho mostrato loro tutto questo, posso rivelare chi sono veramente."

Se ancora avevate un dubbio su ciò che potessero rappresentare quei puntini dopo "I Am...", adesso potete riempirli con "Nastradamus". Io sono... Nastradamus. Michel Nostradamus era un fisico francese del Sedicesimo secolo, alchimista e astrologo; fu più famoso per il suo lavoro sulle premonizioni che per quello di fisico. Pur dimostrando un'acuta sensibilità per l'indagine compiuta su catene di eventi che avrebbero in futuro portato al realizzarsi di certe situazioni, Nostradamus è riconosciuto più come attento osservatore che come profeta. Di sicuro dimostrò una capacità di analisi e di immaginazione fuori dalla media. "È semplicemente che da ragazzo osservavo il modo in cui era costruita la società, il modo in cui agisce il cosiddetto sistema, il modo in cui accadono le cose... Avendo un minimo di buon senso ed essendo un ragazzo come tanti altri, ho sempre voluto sapere certe cose sul controllo e sul potere della mente, visto che sono convinto che bisogna essere capaci di poter controllare la propria anima. Ci sono tante regole sul come fare o non fare certe cose e sono gli uomini che le hanno dettate: ma le sole regole che penso dovremmo tenere presenti sono i Dieci Comandamenti. Non uccidere, non rubare e via di seguito... Regole che hanno a che fare più con il volere di Dio che con il volere dell'uomo. Si vuole dunque sapere chi è Dio e si vuole essere precisi con le regole che si vogliono seguire, anche se alla fine del millennio sembra che la gente voglia esattamente fare il contrario di ciò che Dio ci ha detto. È una storia senza fine. Per ogni verità c'è una menzogna, ed ogni menzogna ha una verità e non penso che noi sappiamo veramente che cosa stia succedendo oggi."

Nonostante la sua notorietà, la maggior parte delle predizioni di Nostradamus sono retrospettive e cioè conseguenti ad un determinato evento; il modo talmente blando e misterioso con il quale scriveva le sue lettere dava ulteriori possibilità che l'evento venisse riconosciuto come da lui predetto. C'erano ottime possibilità che gli eventi da lui nominati potessero verificarsi grazie alla scarsezza di particolari e ai nomi anagrammati o mancanti... "Consciamente, ho cercato di essere molto più preciso di quanto non lo fosse stato lui, ho cercato di specificare bene le cose che ho voluto predire, ma in verità, indipendentemente da come uno scrive, non penso che si possa essere davvero precisi su come succederanno esattamente le cose, anche se si è certi che succederanno. Guarda i testi di Tupac: lui è stato sufficientemente preciso tutte le volte che ha descritto la sua morte, così come Biggie Smalls poteva non essere stato preciso su tanti eventi, ma di sicuro sapeva che cosa gli sarebbe successo, anche se non sul come o sul quando. Non rimane che porre grande attenzione e mettere assieme i pezzi del puzzle... È sempre questo ciò che si deve fare." Pensi così spesso a loro? "Sì," risponde sicuro. Dopo aver scritto il testo di "We Will Survive", Nas si ritrova di frequente a pensare alla fine annunciata di due degli scrittori di maggior importanza di questo decennio, e non solo in riferimento alla musica contemporanea. Tupac, Biggie, Nas sono gli uomini (i ragazzi), che hanno segnato il nostro tempo grazie all'opportunità avuta dall'Hip Hop e alle loro capacità di trascrivere in musica le loro sensazioni, le loro emozioni e la realtà che li circonda. Finisce il tempo a nostra disposizione; Nas si alza dal divano, controlla i messaggi che gli sono arrivati sul pager, mi stringe la mano, esce dalla stanza per andare a fare una lunga serie di foto più altre interviste ed io mi trovo con un solo pezzo in più del mio puzzle e sono certa che sono ancora molto lontana dall'intravedere l'immagine completa.

video preview

NAS "NASTRADAMUS"

"Nasty Nas to Esco to Escobar, now he's Nastradamus..." narra il ritornello della title track, "Nastradamus": Nas ha cambiato di nuovo fisionomia e, in un panorama come quello Hip Hop che spesso identifica il cambiamento con il tradimento, Nas dimostra di avere una buona dose di coraggio a gridare le sue diverse identità a squarciagola. O una buona dose di faccia tosta. A seconda di come voi interpretiate il concetto di cambiamento. Uno dei migliori mc in circolazione, Nas è anche uno degli 'argomenti' più discussi della scena; alla sua gente piace disquisire su di lui, sul suo stile, sulla musica che utilizza, sui temi che tratta e su come li tratta. È arrivato al quarto album e non si può dire 'senza alterne vicende'... E stavolta si tratta di tredici tracce complete, molte delle quali davvero spettacolari e solo una da ignorare completamente ("You Owe Me" prodotta da un Timbaland che qui non ha ragione di esistere). In assoluto, è "Come Get Me" a muovere le vostre testacce dure più di ogni altra cosa, ('prodotto da Premier', che dovrebbe diventare un sottotitolo) mentre è "Shoot 'Em Up" a lasciarvi piacevolmente inebetiti a causa dell'incontenibile mistura di stile creata dall'unione di una base ipnotica (Havoc) e di una grande storia (Nasty Nas). Nas scava di nuovo nel suo profondo e ci trova cose bellissime come "Life We Chose" e "Some Of Us Have Angels", poi ve le racconta a modo suo e non si può che starlo ad ascoltare, con attenzione.

Le produzioni sono state affidate in gran parte a Grease e a L.E.S., i quali cercano di restituire all'mc di QB quell'identità musicale che molti affermano sia andata perduta subito dopo "Illmatic"; LES si dimostra pienamente in grado di servire bene il suo compare con tappeti musicali ricchi e avvolgenti, come "Last Words", traccia che offre la possibilità di risplendere a Nashawn, (assolutamente da tenere in considerazione grazie alle sue capacità descrittive e al leggero difetto di pronuncia) o "Life We Chose", traccia alla quale dona magnificamente il tiro adatto per un testo di livello superiore. Ed è sempre LES ad utilizzare niente di meno che una porzione di "Africa" dei Toto per sparare ai vertici delle classifiche "New World", la traccia che profetizza il futuro di Nastradamus, lasciandovi se non altro interdetti. Grease è invece l'artefice del trittico formato da "Family" (feat. Mobb Deep), "God Love Us" e "Quiet Niggas", pensato per riportare l'ago della bilancia sull'Hip Hop più grezzo e meno fruibile alle orecchie più pulite... Alla fine, il punto della questione è che Nas sa sempre scrivere meglio di moltissimi altri ed ha dentro di sé il dono della narrazione; purtroppo ha pure la tendenza a lasciarsi trascinare in viaggi che finiscono in posti non sempre piacevoli ma ha anche la capacità di guardare indietro e decidere cosa sia meglio per lui... Ascoltando davvero "Project Windows", molte questioni e discussioni devono semplicemente dissolversi nella musica e nelle parole incastrate alla perfezione; come un balsamo che si diffonde nella stanza, inspirate, ascoltate e date un'occhiata fuori dalla vostra finestra mentre il boom-cha rimbalza... (zkr)

VUOI SCRIVERE PER AELLE?

Se hai un articolo da proporre, scrivici e spiegaci l'idea inviando degli articoli che hai scritto in precedenza. Accettiamo proposte anche da altri media che parlano di Hip Hop, siti web e pagine social, noi non ci sentiamo in concorrenza con nessuno!

​Mandaci una Email a sid@aelle.email

AELLE WEEKLY

La playlist settimanale su Spotify con tutte le uscite più interessanti italiane e americane con il sapore che piace a noi. Viene resettata ogni 7 giorni.

AELLE ITALY'S MOST WANTED RAP

La selezione di Aelle con il rap italiano che piace a noi uscito quest'anno.

AELLE AMERICA'S MOST WANTED RAP

La selezione di Aelle con il rap US che piace a noi uscito quest'anno.

Brignole - Via Monte Carmen, Lugano, 6900
Cancella la tua iscrizione · Scegli quali email ricevere

AELLE.EMAIL

Ricevi ogni settimana le email di Aelle con le nuove interviste e articoli, gli articoli vintage, il writing di Aelle.Gallery. Ti arriverà una email di conferma da sid@aelle.email, se non la trovi, cerca nella spam. Confermando l'email potrai scaricare i primi sei numeri di Aelle in fotocopia!